Un bel articolo è stato pubblicato su “La Repubblica” del 21 ottobre, dove Umberto Gentiloni ha tratteggiato la figura di ALDO ZARGANI, nostro collega per tanti anni, la cui famiglia è stata vittima delle persecuzioni perpetrate nei confronti degli ebrei.
Questa tremenda esperienza, assorbita con gli occhi di un bambino, viene rivissuta da Zargani nel contenuto del suo libro più famoso (Edizioni “Il Mulino”):
"Per violino solo. La mia infanzia nell'Aldiqua 1938-1945"
L’articolo focalizza l’atteggiamento costante della vita di Zargani, che ha fatto della memoria non una foto retrospettiva, ma un contenuto dinamico che si arricchisce e completa di continuo con le nuove esperienze:
<< La memoria deve essere sempre riempita di nuovi contenuti, nuovamente inquadrata affinché possa difenderci nel presente >>
Uniamo la copia dell’articolo, che riteniamo molto acuto nel sintetizzare lo spirito con il quale Zargani ha vissuto, sempre con il sorriso sul viso e la volontà di recepire le realtà contemporanee.
Buona lettura