Cari colleghi,
abbiamo appreso con profondo rammarico della scomparsa di Giorgio PRESSBURGER, notissimo regista, scrittore e drammaturgo che ha collaborato ripetutamente con la RAI, elaborando numerose produzioni radiofoniche e televisive di cui ha curato anche la regia.
Tra le molte opere prodotte per la nostra Azienda ricordiamo, in particolare, il ciclo di "16 opere musicali" commissionate nel 1993 a 16 compositori italiani dell'ultima generazione, con i rispettivi testi scritti da altrettanti scrittori.
Ma vogliamo anche ricordarlo ai colleghi che l’hanno conosciuto nei suoi primi anni di attività in RAI, quando, coniugando idee geniali e tratto modesto ed affabile, doti queste difficilmente insieme, era stato chiamato come regista di prosa radiofonica nella mitica Sala C di via Asiago a Roma.
In questo studio, pieno di finte porte, finte scale, innumerevoli serrature e catenacci, campanelli e cicalini e simili stranezze necessarie per “sonorizzare”, le scene venivano registrate di getto.
Si alternavano tanti grossi nomi di attori, registi e dirigenti RAI: uno fra tutti, non possiamo non citare un certo Andrea Camilleri ante-litteram, quando era solo un funzionario della Direzione Radio, addetto appunto alla prosa.
Pressburger, con la sua voce rotonda ed un fare da gattone di casa, chiedeva spesso innovazioni tecniche, che ovviamente venivano realizzate con entusiasmo, proprio perché si cominciava a sentire un profumo di novità, che lasciava nei giovani la sensazione di essere protagonisti di una trasformazione da tutti attesa e che finalmente era arrivata.
In breve tempo, Pressburger divenne amico di personaggi come Alberto Moravia e Dacia Maraini e si affermò come autore di testi per la televisione (assieme a Piero Chiara e Bruno Maderna) e radiofonici (mescolando testi classici e sperimentazione musicale); infine teatrali, anche come regista di testi altrui, tra cui Cechov e Goldoni, ma anche Carlo Ginzburg, e con la trasposizione del celebre romanzo Danubio di Claudio Magris.
Ci mancherà.