Il “Catasto” è sempre stato, da moltissimo tempo, la fotografia ufficiale delle proprietà private e pubbliche dei terreni e degli immobili, per dare la certezza dei diritti ai proprietari e per consentire la codificazione delle relative variazioni, ufficializzate e quindi autorizzate dall’autorità dello Stato, anche ai fini fiscali. È evidente la grande importanza che questa fotografia sia sempre aggiornata e quindi esattamente corrispondente alla realtà delle cose.

Inoltre, lo Stato basa su queste informazioni la determinazione degli esatti carichi fiscali e le relative attribuzioni ai proprietari effettivi.

Purtroppo, per mille motivi che non abbiamo la competenza per descrivere, in realtà questa fotografia nel tempo ha subito spesso variazioni, che non sono state ufficializzate, oltre al fatto che alcuni criteri a suo tempo adottati risultano oggi poco utili e fuorvianti sotto vari punti di vista.

Per ovviare a ciò e rendere più utile il Catasto allo Stato (per i criteri fiscali) ed ai Cittadini (per la gestione e la certezza dei diritti di proprietà), è da tempo maturata la decisione di una revisione di alcuni dei criteri di misura dei parametri fisici e fiscali, con la quale si ritiene di facilitare e dare maggiore chiarezza ai rispettivi diritti.

Ecco dunque che, a lungo distillata e definita, è maturata questa riforma, pensata per raggiungere meglio gli obiettivi descritti.

Proponiamo un breve e sintetico articolo di PMI.it, che sintetizza i punti essenziali codificati dalla recentissima votazione Parlamentare e che, ovviamente, richiede di un certo tempo operativo per le trasformazioni codificate. 

Passa la Riforma del Catasto: cosa cambia dal 2026 (di Redazione PMI.It   scritto il 4 Marzo 2022)

Riforma del Catasto, ok in Commissione Finanze alla Camera: revisione delle rendite senza aumento delle tasse, contrasto abusi edilizi e immobili fantasma.

Bocciato l’emendamento soppressivo della Riforma del Catasto (articolo 6 della delega fiscale) presentato dal Centrodestra in Commissione Finanze alla Camera. Lo stralcio non passa per un voto (22 contrari a 23 favorevoli) e la riforma prosegue nel suo cammino. 

Cosa prevede la Riforma del Catasto

La Riforma del Catasto prevede che entro il 2026 si completi il monitoraggio del patrimonio immobiliare allo scopo di mappare statisticamente la situazione corrente, così da evidenziare eventuali disomogeneità dei valori catastali. In una fase successiva, i Comuni saranno divisi in aree di mercato omogenee ed infine sarà aggiornato il sistema di classificazione degli immobili (da numero di vani a metri quadrati), delle classi e delle  categorie ai fini del calcolo delle rendite

Niente aumento delle tasse

Il timore di molti è che il passaggio dal sistema di calcolo delle rendite basato sul numero di vani rispetto a quello dei metri quadri possa far lievitare le tasse (IMU, TARI, imposta di registro e di successione) e i redditi patrimoniali (anche ai fini ISEE).

Il riordino degli immobili in Catasto, però, non prevede l’aumento delle tasse sulla casa ma è finalizzato all’emersione degli abusi edilizi, da cui sono attese nuove risorse da reinvestire per le riforme. Eventuali interventi fiscali successivi alla riforma dovrebbero comunque passare per il voto in Parlamento.

Il punto centrale è dunque l’invarianza di gettito. Significa che non ci sarà nessun effetto sulle imposte a seguito della revisione delle rendite attribuite agli immobili sul territorio nazionale.  Si tratta di un impegno preciso preso dal Governo, di cui si è fatto portavoce il premier Mario Draghi fin dalla presentazione della riforma lo scorso settembre:

L’impegno del Governo è che non si pagherà né più né meno di quello che si paga ora.

L’invarianza di gettito, a fronte della revisione degli estimi, sarà garantita da meccanismi di compensazione, ad esempio sui coefficienti di moltiplicazione per il calcolo IMU, che in alcuni casi (es.: coefficiente 160 per abitazioni delle categorie catastali da A1 a A11, esclusa A10): i coefficienti calmierati garantiranno il mantenimento dell’attuale tassazione. 

Lotta agli abusi edilizi

In ultima analisi, l’obiettivo della riforma del Catasto non è aumentare le tasse ma stanare i grossi illeciti, garantire trasparenza, permettere l’emersione del nero e recuperare il gettito perduto a fronte di oltre un milione di immobili fantasma in Italia non ancora accatastati.