Abbiamo promosso una nuova ed innovativa iniziativa: abbiamo cioè deciso di realizzare su una piattaforma pubblica una proposta rivolta alle Istituzioni che dovranno a breve ridefinire il ruolo e gli obiettivi di un nuovo Servizio Pubblico Radio-Televisivo in Italia.
Vogliamo con questo spingere per superare i limiti, le interferenze, la mancanza di idee forti invece necessarie, per realizzare nel nostro Paese uno strumento veramente in grado di produrre la crescita e la coesione sociale super partes di tutti i Cittadini, mirando a quanto descritto e stabilito dalla nostra Costituzione ed avvalendosi di tutti i nuovi strumenti tecnologici man mano disponibili. Abbiamo così lanciato una “petizione” sulla famosa piattaforma “CHANGE”.
A seguire, dalla collaborazione della nostra ADPRAI con altri dirigenti e giornalisti anch’essi in pensione, ma tutti di comune provenienza RAI, è nata l’idea di proporre a tutti i cittadini di firmare un MANIFESTO, che tracci un chiaro percorso innovativo in grado di garantire alla RAI di svolgere il ruolo di Servizio Pubblico, assicurando le finalità di coesione sociale e di genuina informazione ai Cittadini, attraverso la qualità della Comunicazione.
Trovate nelle pagine seguenti i dettagli dell’evoluzione di questa iniziativa.
25 febbraio 2020
Ai firmatari del Manifesto per un nuovo servizio pubblico e la qualità della comunicazione
ASSOCIAZIONE DIRIGENTI PENSIONATI RAI
Cari amici, a nome del gruppo promotore, desideriamo ringraziarvi per la fiducia e spiegare ulteriormente quello che stiamo facendo.
Chi siamo: anzitutto siamo ex dirigenti e giornalisti RAI che hanno vissuto stagioni più felici dell’azienda. Oggi siamo liberi da ogni aspettativa, evitiamo la nostalgia e proiettiamo nel futuro l’idea del servizio pubblico, facendoci aiutare da esperti più giovani. Siamo convinti che il servizio pubblico sia necessario per ridare qualità alla comunicazione, e dunque deve essere riformato.
C’è la sensazione diffusa che il servizio pubblico, la RAI specificamente, non si libererà mai dalla politica. Questa idea porta a concludere, da una parte, che la RAI vada chiusa o privatizzata; dall’altra, che per liberarla debba essere gestita, secondo svariate modalità, dalla “società civile” in quanto contrapposta ai partiti politici.
Non ci soffermiamo sulla prima ipotesi, perché siamo certi che la crisi della comunicazione richiede un intervento pubblico. La seconda ipotesi ci sembra più insidiosa, perché porta il servizio pubblico in una arena di incertezze nella quale la politica tende a disinteressarsene, le fratture interne crescono e il servizio pubblico va a esaurirsi. È già successo in altri paesi europei.
Invece non può essere altro che la politica, ai massimi livelli, ad assumersi la responsabilità del servizio pubblico. Se non lo fa è la politica stessa, e tutti i partiti, a riceverne un danno. È questo che vogliamo si capisca, ed è questa la principale fonte del nostro – molto relativo! – ottimismo.
Naturalmente la politica deve accettare regole ferree per non fare scelte sbagliate, perché il servizio pubblico viaggia sulle gambe degli uomini. Per questo è essenziale venga definito con cura il percorso per la scelta degli amministratori, per la loro visione e per la loro autonomia. Questo è scritto nel Manifesto.
Ancora qualche informazione. Stiamo lavorando sia per far crescere il numero degli aderenti, sia per rendere note sigle associative utili.
Il prossimo 27 marzo si terrà a Napoli un primo incontro pubblico dedicato al tema, sotto l’egida del Premio Napoli. Altre iniziative seguiranno. Solo quando saremo abbastanza forti cercheremo un dialogo con tutta la politica che ci vorrà ascoltare.
Non ci stiamo arrabattando per raccogliere adesioni tra i dipendenti RAI. Sarebbe abbastanza facile, ma creeremmo ulteriori divisioni in una azienda che già soffre di un livello incredibile di conflittualità interna. La RAI va riformata profondamente, e non c’è più da illudersi che la spinta propulsiva principale venga dall’interno, come per anni abbiamo sperato. Però la nostra volontà riformatrice va nell’oggettivo interesse dei dipendenti della RAI – probabilmente non di tutti i suoi dirigenti – e soprattutto della grande capacità di produrre qualità che l’azienda, nonostante tutto, continua a possedere.
Per favore continuate a seguirci. È online il sito www.manifestonuovarai.it, anche per mantenervi informati.
Se cercate di sapere di più su ADPRAI guardate www.adprai.it, dove – cliccando su EVENTI – trovate notizie sul nostro percorso, segnato da alcuni convegni. Se vi interessa una analisi più dettagliata sulla azienda RAI e il suo prodotto, potete leggere all’indirizzo https://tinyurl.com/u6ukohf il documento “Un colpo di coda per la RAI”.
Vi ringraziamo ancora: la vostra forza si incontri con la nostra debolezza. Se potete, aiutateci a diffondere il Manifesto, il cui testo è aggiornato al gennaio 2021 ed è riportato nel seguente LINK