di Redazione PMI.It 

Pensioni ai superstiti: coniuge e figli con reversibilità, casi particolari per separazione o divorzio, figli studenti, nipoti inabili e altri parenti.

Hanno diritto alla pensione i familiari superstiti individuati dall‘articolo 22 della legge 903/1965 (quindi il coniuge e i figli minorenni, oppure inabili al lavoro e a carico del genitore deceduto). L’assegno di reversibilità ai superstiti varia di importo in base al grado di parentela e al numero dei beneficiari nonché ai redditi da questi percepiti.

Indice

  1. Pensione di reversibilità
  2. Come si calcola la reversibilità
  3. Pensione al coniuge superstite
  4. Pensione ai figli superstiti
  5. Reversibilità ad altri parenti superstiti

Pensione di reversibilità

Nel caso di decesso di un pensionato, i familiari hanno diritto alla cosiddetta pensione di reversibilità: la condizione necessaria è che il pensionato sia titolare di pensione diretta (di vecchiaia, anticipata, anzianità, inabilità e pensione di invalidità) oppure ne abbia in corso la liquidazione.

I familiari di un lavoratore deceduto, invece, hanno diritto alla pensione indiretta, nel caso in cui l’assicurato avesse almeno uno dei seguenti requisiti:

  • 15 anni di assicurazione e di contribuzione oppure 780 contributi settimanali;
  • 5 anni di assicurazione e contribuzione oppure 260 contributi settimanali, di cui almeno tre anni oppure 156 contributi settimanali nel quinquennio precedente la data del decesso.

Attenzione: i superstiti del titolare di assegno ordinario di invalidità sono considerati quali superstiti di assicurato, quindi non prendono il trattamento di reversibilità ma la pensione indiretta, calcolando come periodi validi anche quelli in cui il parente deceduto percepiva l’assegno di invalidità.

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Come si calcola la reversibilità

Se il lavoratore era assicurato nel regime retributivo o misto, e alla data della morte non sussiste il diritto alla pensione indiretta, è riconosciuta un’indennità per morte rapportata all’ammontare dei contributi versati: nei cinque anni anteriori alla data della morte dell’assicurato deve risultare versato o accreditato almeno un anno di contribuzione.

L’importo dell’indennità è pari a 45 volte l’ammontare dei contributi base versati in favore dell’assicurato. Se invece l’assicurato aveva un trattamento pensionistico liquidato nel sistema contributivo (e mancano i requisiti per la pensione ai superstiti), è prevista l’erogazione di un’indennità una tantum, pari all’assegno che percepiva il lavoratore moltiplicato per gli anni di contributi versati.

Per quanto riguarda le soglie di reddito dei beneficiari della pensione di reversibilità, in base alle quali il trattamento è annualmente ricalcolato (la percentuale di taglio può andare dal 25% al 50%), ricordiamo che una recente sentenza impedisce tagli all’assegno che comportino un ammontare della pensione più basso della decurtazione stessa.

Pensione al coniuge superstite

Il coniuge ha diritto alla reversibilità o alla pensione indiretta ma perde il trattamento nel momento in cui si sposa nuovamente: in caso di nuove nozze, prenderà un assegno pari a due annualità. Di contro, ha diritto all’assegno anche in caso di separazione.

Anche il coniuge divorziato può aver diritto alla pensione, se nessuno dei due si è risposato se la data di inizio del rapporto assicurativo era precedente allo scioglimento del matrimonio, e sono perfezionati i requisiti di assicurazione e contribuzione stabiliti. Il coniuge divorziato percepirà al massimo il 60% della pensione che sarebbe spettata all’assicurato: la quota precisa viene stabilità dalla sentenza di divorzio.

Ecco le quote di pensione a cui ha diritto il coniuge:

  • coniuge solo: 60%;
  • coniuge e un figlio: 80%;
  • coniuge e due o più figli: 100%.

Pensione ai figli superstiti

Per quanto riguarda i figli, è assicurata la completa equiparazione fra figli legittimi e naturali che non abbiano superato il 18esimo anno di età o, indipendentemente dall’età, siano riconosciuti inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso.

Se il figlio è studente, il limite di età è alzato a 21 anni, in caso di frequenza di scuola media o professionale, oppure a tutta la durata del corso di laurea se frequenta l’università, restando all’interno del 26esimo anno di età. L’INPS sottolinea che sono equiparati ai figli:

  • figli adottivi e affiliatidel lavoratore deceduto;
  • figli del deceduto riconosciuti o giudizialmentedichiarati;
  • figli non riconoscibili dal deceduto per i quali questi era tenuto al mantenimento o agli alimentiin virtù di sentenza, nei casi previsti dall’articolo 279 del codice civile;
  • figli non riconoscibili dal deceduto che nella successione del genitore hanno ottenuto il riconoscimento del diritto all’assegno vitalizio, ai sensi degli articoli 580 e 594 del codice civile;
  • figli nati dal precedente matrimoniodel coniuge;
  • figli dei coniuge, riconosciuti, o giudizialmente dichiarati:
  • minori regolarmente affidatidagli organi competenti a norme di legge;
  • nipoti minori, anche se non formalmente affidati, dei quali risulti provata la vivenza a carico degli ascendenti;
  • figli postumi, nati entro il trecentesimo giorno dalla data di decesso del padre (in tale fattispecie la decorrenza della contitolarità è il 1° giorno del mese successivo alla nascita del figlio postumo).

Nel caso dei figli del coniuge, l’INPS verificherà che il genitore naturale non abbia l’obbligo di erogare somme a tutolo di mantenimento. Ecco le quote di pensione dei figli:

  • un figlio: 70%;
  • due figli: 80%;
  • tre o più figli: 100%;

Reversibilità ad altri parenti superstiti

Ci sono casi particolari in cui hanno diritto all’assegno anche i genitori o i fratelli e le sorelle. Per quanto riguarda i genitori, possono percepire l’assegno di reversibilità se il figlio non ha coniuge e figli, hanno compiuto 65 anni, non abbiano un’altra pensione e siano a carico del lavoratore. Se il deceduto non aveva coniuge, figli o genitori, possono percepire l’assegno fratelli celibi e sorelle nubili, se sono inabili al lavoro, non sono titolari di pensione, siano a carico del lavoratore deceduto. La circolare prevede poi una lunga serie di casi particolari relativi ai figli studenti e ai nipoti. Ecco le quote di pensione degli altri parenti:

  • un genitore: 15%;
  • due genitori: 30%;
  • un fratello o sorella: 15%;
  • due fratelli o sorelle: 30%;
  • tre fratelli o sorelle: 45%;
  • quattro fratelli o sorelle: 60%;
  • cinque fratelli o sorelle: 75%;
  • sei fratelli o sorelle: 90%;
  • sette o più fratelli o sorelle: 100%.

Un caso particolare è quello dei nipoti orfani inabili al lavoro e conviventi con i nonni: in base ad una recente sentenza della Corte Costituzionale, hanno diritto alla pensione di reversibilità indipendentemente dalla loro età